2013-12-09 19:00:00

In questi primi mesi dal Congresso di riorganizzazione, sono state numerose le attività sulle quali in ogni territorio si è avuta la necessità di un confronto per dare un orizzonte ampio al servizio che la Cisl Scuola   deve perseguire.

La “normale” attività di consulenza, contrattazione, tutela ha continuato ad essere esercitata nei modi e nelle forme sino ad oggi espletate senza che l’organizzazione complessiva nella nuova dimensione abbia subito rallentamenti o ancor peggio defezioni.

Certamente la sfida che abbiamo accettato, nel contesto di una realtà in continua evoluzione e radicalmente mutata per gli effetti che la crisi sta producendo, non può che essere affrontata con scelte di ottimizzazione nell’utilizzo delle risorse siano esse umane o finanziarie.

Un’organizzazione per produrre azioni incisive e funzionali alla propria mission non può generare livelli di struttura che nella loro dimensione abbiano il sopravvento in termini di peso economico superiori all’attività di servizio che debbono essere in grado di generare.

Aggregare esperienze, visioni e conseguentemente organizzazioni del lavoro diverse non può essere stravolto dall’oggi al domani senza determinare scompensi che limiterebbero ulteriormente la nostra  presenza sindacale sui posti di lavoro e nelle nostre sedi.

Occorre tempo, cogliere i bisogni (la digitalizzazione rivoluziona le relazioni, gli accessi ai servizi ed alle informazioni) e saper rispondere in modo adeguato con ciò di cui possiamo disporre.

L’alto livello di competenze che storicamente abbiamo raggiunto nelle nostre realtà non può e non deve essere disperso, ma certamente tramandato e rinvigorito, rendendone la fruibilità in termini nuovi, maggiormente in linea con le risorse soprattutto finanziarie che abbiamo.

La relazione di servizio che sta alla base del nostro associazionismo sindacale deve trovare un’organizzazione in grado di salvaguardare la partecipazione di tutto il personale alla riflessione ed alle scelte tese alla tutela delle condizioni del proprio lavoro che in ambito istruzione e formazione trova nell’insegnamento/apprendimento la propria stella polare: non c’è benessere organizzativo al di fuori dell’obiettivo primario che è il successo formativo degli studenti che ci sono affidati ed al contempo il sereno sviluppo dell’azione professionale del personale.

Il tempo del rinnovo contrattuale è ampiamente scaduto, ma nel rispetto della condizione data, non più rinviabile.

Le azioni poste in essere in questi mesi, sia  a livello nazionale quanto locale, indicano che i limiti imposti non possono essere ulteriormente  dilatati.

Alcuni obiettivi derivanti dalle previsioni contrattuali in essere sono stati strappati mediante la scelta ci esercitare priorità d’intervento (riduzione della massa dedicata al MOF) per garantire la generalizzazione degli scatti d’anzianità ed il recupero degli arretrati, neutralizzando gli effetti di un blocco pesante.

Occorre adesso una riflessione sui nuovi strumenti che servono per tutelare il nostro lavoro:

Istituti contrattuali maggiormente aderenti alle nuove realtà determinatesi (riforme alternatesi negli ultimi anni).

Organizzazione del lavoro che sappia equilibrare i tempi delle variegate azioni della funzione, soprattutto docente.

Il susseguirsi di iniziative ministeriali sulle modalità di intervento in campo didattico, si pensi alla didattica digitalizzata ai BES ecc., ci sollecita nell’approfondire la nostra presenza professionale e sindacale.

Da tempo sosteniamo come le due facce della medesima medaglia, professionale e sindacale, non possono essere disgiunte, l’una a scapito dell’altra.

Per questo occorre una riflessione che sappia offrire percorsi di azione professionale adeguati alle Indicazioni che sempre più centralmente vengono emanate con la capacità di cogliere le ricadute sulla funzione  e la conseguente organizzazione del lavoro.

Tempi e modalità d’intervento debbono trovare, com’è naturale che sia, nel CCNL e nelle contrattazioni di secondo livello, elementi di benessere organizzativo orientato al perseguimento delle finalità connesse alle funzioni presenti nelle Istituzioni scolastiche e formative.

Per fare ciò riteniamo che alcune iniziative debbano sorgere con lo scopo proprio di generare proposte dai contenuti concreti mediante momenti di lavoro seminariale nei quali affrontare il tema dei Bisogni Educativi Speciali nell’ottica della personalizzazione in istruzione e formazione, cogliere in primis gli aspetti pedagogico-didattici, comprendere il testo della norma e la sua applicazione con le ricadute che questa ha nell’organizzazione del lavoro, sottolineando le variabili in campo che possano essere governate attraverso il CCNL e la contrattazione d’Istituto.

Anche con le strutture territoriali dell’Amministrazione gli Ambiti Territoriali (ex Provveditorati) si ha la necessità di continuare le nostre relazioni, cercando di far cogliere l’evoluzione che il sistema sta prendendo: per questo si rende urgente intraprendere un’azione di ascolto e proposta anche nei confronti delle Reti di Scuola che, sollecitate dalla Direzione Scolastica regionale, si stanno formalizzando sul territorio.

La nostra idea è che le reti non siano l’ennesimo carrozzone che rischia di fagocitare risorse più per il proprio mantenimento organizzativo che per le azioni realmente prodotte, ma debbano essere sempre più Associazioni Temporanee di Scopo (ATS), con obiettivi condivisi, messa in condivisione di risorse professionali e finanziarie al servizio dell’ampliamento dell’Offerta Formativa e del suo rigenerarsi.

La governance territoriale dell’Offerta formativa inoltre deve trovare la capacità di essere proposta mediante la visione più coerente con quello che è lo sviluppo in atto.

Le azioni di “dimensionamento” debbono essere superate proprio passando dall’attenzione sui numeri (dimensione) a quella sulle competenze da raggiungere: per fare ciò gli interventi debbono essere perseguiti ai diversi livelli e coordinati mediante una sincera condivisione degli obiettivi da parte di tutti i soggetti che concorrono al “fare istruzione e formazione”.

Infatti  parlare di dimensionamento senza porsi il problema dell'Offerta Formativa che attualmente è' sviluppata sul territorio rischia di generare operazioni miopi, certamente senza quell'orizzonte ampio di cui necessitano ragazze e ragazzi che si apprestano a percorrere la strada dell'istruzione e della formazione.

 

Premesso che la scuola ha come obiettivo fondamentale quello di aiutare la crescita globale della persona senza la quale ogni tecnicismo rimane tale, non possiamo pensare che l'orientamento professionale sia avulso dal contesto economico.

 

Per questo motivo riflettere sull'attuale tessuto produttivo territoriale può servire a rigenerare l'Offerta Formativa attualmente presente nei diversi distretti.

 

Risulta pertanto necessario partire da un monitoraggio che veda presenti tutti gli attori del sistema quali sono i rappresentanti dell'imprenditoria, delle forze sociali, delle istituzioni, delle Scuole, degli Enti di Formazione e deii rappresentanti della Camera di Commercio e del sistema creditizio perché dal coinvolgimento di tutti gli attori del sistema e da un loro coordinamento possa nascere una proposta di istruzione e formazione concreta tesa a favorire l'occupabilità  dei giovani.

 

Una interazione tra mondo del lavoro e scuola va favorito creando le condizioni affinché l'alternanza e gli stage diventino una modalità di crescita delle competenze sempre più al passo delle esigenze di un contesto lavorativo in continua evoluzione.

 

Sono frammenti di un mosaico che possono attivare in questa fase di particolare crisi, con lo specifico territoriale in primo piano, politiche di sviluppo attive e partecipate.

Da soli come categoria? Certamente NO.

In alcune realtà si sono coinvolte la Confederazione territoriale ed altre categorie dell’industria con le quali mediante relazioni di partnership si è voluto accompagnare la crescita dei Poli Tecnico-Professionali, gli IFTS e gli ITS che nei territori laddove  sono stati proposti e per i quali ci si è spesi perché si concretizzassero.

La nuove strutture sindacali debbono essere luoghi serventi, ambiti di elaborazione di obiettivi quali elementi  di condivisione di idee, ma soprattutto di relazioni senza le quali nessuna organizzazione ha una dimensione duratura e funzionale alla realizzazione del bene comune.

 

Marco Bianchi  -segretario generale CislScuola ASSE del Po-

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