La scuola intera fa sentire oggi, in tante piazze, la sua voce. Il Parlamento la ascolti, perché è la voce di chi ogni giorno, tutti i giorni, accoglie, educa, istruisce otto milioni di ragazze e ragazzi nella più grande fabbrica di futuro di cui dispone il Paese. Tra mille problemi, difficoltà, disagi, è proprio la passione di chi lavora nella scuola la risorsa più preziosa che la fa vivere e andare avanti, nonostante tutto. Nonostante le strutture spesso fatiscenti, nonostante il livello insufficiente di investimenti, che resta ben lontano da quello di altri paesi, nonostante le retribuzioni più basse d'Europa, un milione di persone rinnova ogni giorno il miracolo di una scuola presente e attiva in ogni angolo d'Italia, presidio insostituibile per l'esercizio di fondamentali diritti di cittadinanza.
La scuola "bene comune"; la scuola che agisce come comunità al servizio di una comunità ancora più grande, l'intero Paese.
Da queste piazze oggi non si alza soltanto la protesta per quanto di sbagliato c'è in un progetto di riforma pensato e portato avanti senza la scuola e contro la scuola: sono piazze ricche di conoscenza, competenza, esperienza, portatrici di proposte che chiedono soltanto di essere ascoltate. Il governo fin qui ha avuto la presunzione di non farlo: lo faccia il Parlamento.